1 – 3 NOVEMBRE 2019
La diga del Vajont… solo a sentirne parlare fa venire i brividi. E’ un luogo che una volta raggiunto suscita diverse emozioni:
Commozione, non appena ci si trova davanti a una serie di lapidi riportanti i nomi degli operai che persero la vita in quella tragica notte, o peggio ancora davanti alle 487 bandierine riportanti i nomi di tutti i bambini e adolescenti morti
Rabbia, perchè è l’ennesima dimostrazione che l’egoismo del genere umano, quando si mette contro la natura, ha sempre la peggio e a pagare sono spesso, per non dire sempre, persone innocenti.
Sgomento, perchè la natura sa essere molto generosa, ma al tempo stesso anche alquanto crudele.
Senza Parole, raccolti in un religioso silenzio in quanto si percepisce fin da subito che ci si trova di fronte alla più grande tragedia provocata dall’uomo in tempo di pace, in cui hanno perso la vita 1917 persone.
Recarsi oggi in visita alla diga del Vajont non si può certo dire che sia un viaggio di piacere, ma forse semplicemente un viaggio per ricordare e rendere omaggio a chi per colpa di altri ha perso la vita. Un viaggio che si spera possa insegnare qualcosa, e soprattutto far si che certi errori non vengano mai più ripetuti, anche se, come disse Antonio Gramsci, purtroppo, la storia insegna, ma non ha scolari.
Ci permettiamo di consigliare vivamente di attraversare la corona della diga (fattibile solo con le guide del luogo) in quanto, nonostante ci fossimo documentati precedentemente sulla storia di quanto accaduto, ci sono state date molte più informazioni di quante trovate. Altro consiglio, visitate il Cimitero delle Vittime del Vajont in località San Martino nel comune di Longarone… questa gente merita tutto il nostro rispetto e di essere ricordata.
Per la sosta, noi ci siamo spostati più a monte a Cimolais, dove si trova un’area sosta con tutti i servizi.